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Il potere delle immagini
Un viaggio attraverso la cultura visiva non solo occidentale senza escludere nessun materiale, dagli ex voto piú elementari che ci giungono dall'antichità ai manifesti pubblicitari dei nostri giorni, dalle maschere africane alle fotografie.
Il libro
Emozionare, spaventare, eccitare: queste e molte altre le funzioni che le immagini hanno assolto nel corso della storia. Immagini che, proprio per queste particolarità, hanno a loro volta stimolato un peculiare tipo di reazioni da parte di chi le guarda. Assumere questo punto di vista comporta, per lo storico dell’arte, alcune conseguenze. Da una parte si tratta infatti di ribaltare l’atteggiamento consueto per cui un’immagine viene letta, discussa e valutata prevalentemente o soltanto in ragione delle sue valenze estetiche. In questa prospettiva, le nozioni di bello e di brutto perdono significato e cedono il posto ad altri valori, collegati al tipo di reazione emotiva provocata allo spettatore. D’altra parte decade la tradizionale gerarchia tra opere d’arte «colte» e immagini «popolari». È questo il fine, volutamente provocatorio, del libro di Freedberg: un viaggio attraverso la cultura visiva non solo occidentale senza escludere nessun materiale, dagli ex voto piú elementari che ci giungono dall’antichità ai manifesti pubblicitari dei nostri giorni, dalle maschere africane alle fotografie. Quello che conta sono i significati che, nel corso dei secoli, l’immaginazione popolare ha attribuito a certe rappresentazioni, che diventavano cosí capaci, a seconda dei casi, di fare miracoli, eseguire incantesimi o stregonerie, eccitare sessualmente o indurre alla meditazione mistica. Ne deriva non solo un’originale rilettura della tradizione visiva, ma anche un’interpretazione dell’arte destinata a far discutere.